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Cosa succederebbe con la demolizione del Twenty?

I nuovi sviluppi giudiziari portano a ragionare in modo approfondito sull’eventuale demolizione della nuova ala del centro commerciale Twenty. Il rischio di un ritorno ad un passato fatto di pendolarismo commerciale e catene lontane dalla città è concreto

Una notifica che ha rovesciato di nuovo tutto portando nuvoloni neri sull’orizzonte commerciale della città di Bolzano. Mittente l’Ufficio Urbanistica con l’avviamento della procedura che porta all’emissione dell’ordinanza di demolizione nella nuova ala del Twenty realizzata dieci anni fa. Mercoledì scorso nella casella pec di Podini Spa e Twentyone Srl ecco la comunicazione che ha aperto a nuove incertezze per il futuro del megastore.

Tornerà il pendolarismo commerciale verso Austria e Veneto?

Diventa attuale, dunque, chiedersi cosa possa comportare l’effettiva demolizione di questo segmento del Twenty. Una soluzione che avrebbe un innegabile ingente impatto sul territorio sia dal punto di vista economico sia sotto l’aspetto sociale. Bolzano, infatti, tornerebbe a quella situazione che vedeva i cittadini e gli altoatesini spostarsi verso l’Austria o il Veneto per visitare i centri commerciali. Almeno fino all’ultimazione del Kaufhaus Bozen la realtà sarebbe quella di un nuovo probabile pendolarismo con risorse economiche portate dritte fuori dal territorio provinciale. Che poi era l’esatto motivo per cui Palazzo Widmann decise di realizzare un centro commerciale di interesse provinciale proprio a Bolzano. Si tornerebbe, insomma, alla casella di partenza con la difficoltà aggiuntiva di una popolazione ormai abituata ad un altro tipo di offerta. Appaiata alla pruderie di mettere mano agli orari di apertura sbarrando la domenica, di fatto, ecco tornare gli Anni ’90. Non si può non considerare, ovviamente, il commercio di vicinato dei quartieri. Il Twenty ha creato difficoltà, è innegabile. La demolizione sanerebbe le stesse? Forse parzialmente (i bolzanini, comunque, si sono abituati al centro commerciale e continueranno a cercarlo, anche più che in passato) ma non si può guardare il dito al posto della luna. La partita non è tra commercio di vicinato e centro commerciale ma tra quale centro commerciale fare. Senza contare che nell’orizzonte temporale di Bolzano è sicuro l’arrivo del Kaufhaus Bozen.

Ogni anno 5 milioni di visitatori

I dati annuali di frequentazione del Twenty fissano a 5 milioni i visitatori annuali. E non tutti per fare acquisti. Piaccia o non piaccia molti giovanissimi hanno eletto i megastore come nuovi punti di aggregazione. Non accade solo al Twenty ma in tutta Italia. In questi anni questa presenza è stata uno dei motivi che hanno spinto la direzione a punteggiare di iniziative il calendario e i luoghi del centro commerciale. Dal plogging con Seab ai workshop per bambini passando per appuntamenti di svago e incontri con artisti. Alla struttura, in passato, si sono appoggiate associazioni come Volontarius, La Strada, Eos, il Teatro Cristallo, Zonta e Upad. L’Asl ci predispose addirittura un centro vaccinale utilizzando per due anni i canali del megastore per promuovere la campagna anti Covid. Insomma non è solo una questione di spartizione del commercio o di possibile conflitto con i negozi di vicinato: ci sono empiricamente in ballo anche implicazioni sociali di respiro un po’ più ampio.

Fiato sospeso per 500 lavoratori

Prendiamo ora uno dei temi più discussi in questa difficile matassa giudiziaria: i posti di lavoro. Le persone e relative famiglie che seguono con una certa apprensione questi sviluppi sono 500 tra negozi e ristorazione. Senza contare un indotto fatto di collaborazioni con ditte esterne per pulizie, vigilanza, manutenzione e servizi oltre ai fornitori e ai dipendenti stessi della Podini Spa. Queste persone andranno ricollocate e anche abbastanza velocemente visto il quadro complessivo di inflazione galoppante. Non farlo significherebbe pompare nel tessuto sociale persone in difficoltà costrette, oltretutto, a contenere i costi in aumento. Non è nemmeno pensabile che tutti i negozi riaprano altrove. Se Mediaworld e Decathlon non sono mai approdati prima nel capoluogo altoatesino un motivo c’era e rimarrà: altre metrature e location non sono di interesse. La prospettiva più probabile è che, banalmente, se ne andranno portandosi via a loro volta i rispettivi indotti (e o tributi che pagano a livello provinciale). Oltre ai prodotti. Pure sotto il profilo concorrenziale l’offerta tornerebbe agli Anni ’90 (fatta eccezione per l’ecommerce).

Ruspe imminenti?

La demolizione è davvero così imminente? Va chiarito che Podini Spa e Twentyone Srl hanno seguito tutti i percorsi a loro disposizione per evitare che questo avvenga (come intuibile). Sul piano giudiziario esistono delle impugnazioni attualmente pendenti che schermano le ruspe in via Galilei mentre su quello amministrativo è immaginabile che la proprietà insisterà nel chiedere l’analisi di alcune norme vigenti che potrebbero aprire verso soluzioni diverse di questa complessa ed intricatissima vicenda che rischia, al di là delle valutazioni giuridiche o di merito, di riportare Bolzano indietro di qualche anno.

Alan Conti

Alan Conti

Alan Conti, direttore responsabile Bz News 24. Peregrinando tra redazioni e televisioni. Città e situazioni. Sempre alla ricerca della prossima notizia da raccontarvi.

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