Salvati 165 cani e gatti in un anno: la piaga del 2023 è la rinuncia di proprietà
Troppi casi e nessun sostegno dalla politica, lamentano i volontari: “Alla fine del 2024 saremo costretti a rinunciare ad aiutare molte famiglie e pelosi”
Sono stati necessari 165 interventi per mettere in sicurezza cani e gatti abbandonati, da recuperare, stallare e ricollocare: praticamente uno ogni due giorni, inclusi weekend è festività. E’ stato questo il turno massacrante che quest’anno ha coinvolto i volontari UGDA (Ufficio Garante Diritti Animali) in Alto Adige.
In questo numero enorme sono compresi anche 31 cani, tra i quali alcuni ancora da ricollocare. La piaga del 2023 sembra infatti essere la rinuncia di proprietà di animali già adottati. Perché ciò accade?
ASSOCIAZIONI POCO SERIE E RINUNCE DI PROPRIETA’
L’incontro tra l’uomo ed il suo migliore amico a quattro zampe può essere messo a repentaglio dalla scarsa professionalità di volontari improvvisati – è questo che ci raccontano Alessandra Righetti e Shari Crivellari, volontarie UGDA – che pur di sistemare i cani randagi o in cerca di nuova collocazione, li affidano senza troppi scrupoli a famiglie che non sono quelle giuste per loro. Purtroppo, l’inesperienza con razze particolarmente esigenti o idee poco chiare rispetto a cosa significhi il rapporto con un nuovo membro peloso della famiglia, possono pregiudicare l’instaurarsi di una buona relazione e, quel che è peggio, far precipitare nuovamente il cane in una spirale di affidi temporanei e sistemazioni precarie, privi dell’affetto di una famiglia che li ami e si prenda cura di loro per tutta la vita.
I motivi delle rinunce di proprietà, di cui si curano le volontarie UGDA e dell’associazione Canile Naturno – che nonostante il nome ha il suo terreno a Santa Valburga, in Val d’Ultimo – sono vari: decessi, divorzi e i trend in fatto di razze canine, incluso quello attuale dei molossoidi, riferisce Righetti: “La moda dell’acquisto del bull terrier è piuttosto preoccupante: sono cani stupendi ma vanno seguiti bene. Senza regole precise possono facilmente trasformarsi in animali di difficile gestione.”
PER FARE DI PIU’ MANCA IL SOSTEGNO DELLA POLITICA
“E’ capitato di vedere meticci maremmani venuti dal Sud Italia spacciati per Golden Retriever ed affidati a famiglie con bambini piccoli e senza esperienze pregresse – rincara la dose Silvia Piaia, volontaria del Canile Naturno – stiamo parlando di due razze con caratteristiche molto differenti. Lo stesso accade con cani traumatizzati la cui storia non è nota e di cui non tutti evidentemente sono in grado di occuparsi. Se l’adozione fallisce, l’animale viene portato alla Sill – che è satura – e ci resta a lungo prima di poter trovare una nuova collocazione, perché va rieducato.”






I volontari UGDA e Canile Naturno si impegnano e lavorano al massimo delle proprie possibilità per ridare speranza e futuro ai pelosi abbandonati, ma ciò che farebbe la differenza sarebbe l’appoggio della politica, senza il quale non è possibile, ad esempio, avere un terreno adatto ad ospitare e rieducare i cani ed i gatti da ricollocare: “Le promesse dell’assessore Schuler non hanno portato, finora, a nulla di concreto. Per questo, a fine 2024, saremo costrette e rinunciare ad aiutare molte famiglie”, afferma con amarezza Alessandra Righetti.
UNA CAMPAGNA INFORMATIVA PER CHI VUOLE ADOTTARE
In attesa di ricevere l’aiuto sperato – e dovuto – dalle amministrazioni locali, le volontarie si impegnano anche per prevenire le situazioni peggiori. Piaia: “In primavera partirà una campagna di informazione al pubblico che coinvolgerà anche veterinari ed educatori cinofili. Lo scopo è aiutare i futuri adottanti a capire a chi ci si può davvero affidare con fiducia e da quali sedicenti volontari o associazioni è invece meglio stare alla larga.”
Nel frattempo, le volontarie intendono ribadire il proprio impegno e disponibilità ad essere d’aiuto a famiglie e quattrozampe “Noi ci siamo sempre. A tutti capita di sbagliare e non è nostra intenzione giudicare. Vogliamo solo dare una mano, nell’interesse di tutti, cani e collettività.”