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Polizia municipale, agenti “delusi, arrabbiati e offesi”

“Delusi, arrabbiati e offesi”Sono le parole usate dai rappresentanti dell’organizzazione sindacale autonoma AGO per descrivere lo stato d’animo diffuso tra gli operatori della polizia municipale di Bolzano dopo l’introduzione del nuovo orario delle pattuglie serali, spostato dalle 17.40–24.00 alle 19.40–02.00.

Secondo quanto riportato nella nota firmata da Daniela Mair e Andreas Unterkircher, le assemblee sindacali tenute il 22 ottobre presso il Comando di via Galilei hanno evidenziato un forte malcontento. Non tanto per la modifica in sé, quanto per le modalità con cui è stata comunicata: “Gli agenti – scrive AGO – lo hanno saputo dai giornali, prima ancora che dalla dirigenza. Solo dopo, a decisione presa, è stato affisso in bacheca un avviso che spiegava la scelta come risposta a una richiesta della cittadinanza”.

Una decisione che, sottolineano i rappresentanti, ha generato amarezza e senso di mancanza di rispetto, soprattutto in un corpo con età media superiore ai 50 anni, per il quale turni fino alle 2 di notte comportano grande fatica nel recupero e difficoltà di conciliazione familiare. “Chi ha bambini piccoli o genitori anziani da accudire – si legge ancora nella nota – non può certo dormire fino a tardi dopo un turno notturno”. Particolarmente gravosa appare la situazione per il nucleo infortunisticaspesso chiamato a coprire fino a tre turni serali alla settimana a causa della carenza di personale. Gli operatori riferiscono di “correre come trottole per tutta la città”, con la sensazione di essere considerati “di serie B” rispetto ad altri nuclei specializzati. O anche rispetto a giovani con la percezione di poca valorizzazione dell’esperienza.  

Nel documento AGO denuncia inoltre un clima interno di crescente demotivazione: “Diverse persone se ne sono andate, chi in pensione, chi in altri comuni. Si lavora quasi tutte le domeniche, non solo nel periodo del Mercatino. Chi resta è stanco e disilluso”. E ancora: “Segnalare i problemi è percepito come pericoloso: chi parla diventa lui stesso il problema”. Un quadro di forte disagio, che secondo AGO dovrebbe far riflettere l’amministrazione comunale: “Un’amministrazione attenta capirebbe che, quando le persone fanno solo lo stretto necessario, significa che il malessere è reale”.

✍️ Alan Conti

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