Piazza Erbe, i locali al Comune: ”Perchè non ci parlate?”
“Incontrarsi prima di decidere”. I locali di piazza Erbe (Black Sheep, Mr Ale, Downtown e Nadamas) prendono carta e penna per scrivere al Comune e alle associazioni di categoria.
APRIRE UN TAVOLO
L’amministrazione, in particolare, è la destinataria di un messaggio piuttosto semplice: “Perché non ci parliamo prima di emettere ordinanze? Perché si ipotizza che alcuni bar non sappiano gestire i clienti senza fare nome e cognomi? Perché non si concede una maggiore attenzione ad attività che hanno un indotto di circa 50 dipendenti?“. Domande che, di per sè, non sono insormontabili anche perché regolamentare in modo severo un’area intervenendo sul core business di molte imprese potrebbe prevedere, al minimo, un incontro. Tavolo, assemblea, dialogo: stupisce apprendere che non sia mai stato fatto nulla di simile.
“Siamo a chiedervi un incontro pubblico per approfondire la questione e cercare una soluzione condivisa per la piazza. Non siamo disposti ad accettare dichiarazioni che, se generiche, finiscono per colpire tutti gli esercenti della piazza”.
I TENTATIVI A VUOTO
Confrontarsi faccia a faccia sembra essere molto complicato come obiettivo. “Più volta ci siamo resi disponibili con il Comune e con i residenti ma, ahinoi, nessuno si è mai fatto sentire”. Il quadro, dunque, è chiaro: da quanto riportano i locali il dialogo con loro avviene solo a mezzo stampa mentre il comitato dei residenti è stato accolto con grandi sorrisi nei mesi scorsi dal sindaco Renzo Caramaschi. Uno squilibrio che, tra i banconi, inizia a dare fastidio. Seppur con reazioni contenute rispetto ad alcune derive esagerate del passato. “Un’ulteriore ordinanza ci vedrebbe ancora una volta penalizzati e per noi non sarebbe tollerabile. Specie senza essere stati coinvolti in nessun incontro preventivo.Nè noi nè le associazioni di categoria”. Vizietto, quest’ultimo, che al Comune non viene imputato per la prima volta: identico malcontento (anche più marcato) fu espresso in occasione dello spostamento del mercato sul Talvera. Deciso nel chiuso delle stanze di piazza Municipio senza avvertire ambulanti o associazioni salvo fare marcia indietro poco dopo.
FRACASSONI ESTERNI AI BAR
“Le misure restrittive possono ovviamente essere introdotte ma non senza alcun contraddittorio con chi viene penalizzato. Siamo profondamente contrari a queste misure, specie dopo due anni di pandemia. L’esperienza dell’anno scorso ci ha pesantemente danneggiati senza risolvere nulla. Chi porta le casse in piazza sono persone esterne ai locali quindi incidere sul lavoro dei locali non ha alcun senso”.
LA SITUAZIONE ADESSO
Com’è la situazione adesso? “Spegniamo la musica alle 23 se porte e finestre sono aperte, puliamo la piazza tutti i giorni dopo chiusura lasciandola perfetta, mettiamo a disposizione i servizi igienici anche ai turisti e serviamo all’esterno solo contenitori di plastica per evitare problemi con il vetro. Che altro dobbiamo fare?”.
I RISCHI PER LE ATTIVITÀ
Il rischio, senza nemmeno girarci troppo attorno, è il taglio del personale: “Alcuni potrebbero trovarsi nel pieno della stagione estiva disoccupati. Dovremmo poi rimodulare il nostro orario settimanale cambiando i servizi perché è impensabile rinunciare al 50% dell’incasso settimanale come avverrebbe in caso di ordinanza. I nostri dipendenti sono circa cinquanta e muoviamo un indotto per centinaia di migliaia di euro. Speriamo si colpisca chi sta creando un danno e non sempre e solo gli imprenditori”.