Occhio Italia, Belfast è maledetta
Non è bello giocarsi l’accesso ai Mondiali a Belfast, diciamocelo. Potevano esserci città migliori per centrare i mondiali sulla strada dei ragazzi di Mancini imbavagliati da un’ansia inconsueta. Certo, potevano anche esserci Nazionali molto peggiori di questa (a proposito, Ventura ha lasciato le panchine) quindi i processi alle intenzioni lasciano il tempo che trovano.
Però Belfast rimane città dal cielo poco azzurro. Sicuro meno di Berlino.
Partiamo dalle cose più pratiche: gli irlandesi del nord sono gente orgogliosa e lo stadio è un fortino. Anche politico. Oggi Windsor Park sarà pieno con 16.000 spettatori (altro che 75%). Chi pensa che la partita non conti per loro ha sbagliato indirizzo.
Passiamo ora ai precedenti. Sinistri. L’Italia ha giocato 2 volte a Befast: una l’8 ottobre 2010 nella qualificazione ad Euro 2012 che finì 0-0 e una nel 1958 dove un 2-1 ci estromise dal Mondiale in Svezia. Un incrocio di nazioni e contenuti da fantasmi nell’armadio.
Sorvoliamo, infine, sui 0 gol incassati dagli irlandesi a Windsor Park in queste qualificazioni a Qatar 2022 e le 0 partecipazioni ai Mondiali di Mancini nella sua carriera.
A volte, tuttavia, il calcio sceglie delle notti per sovvertire tutti i numeri e mandare le carte all’aria.
Tante di quelle notti sono state nostre.
Alan Conti