Neve, abbiamo un problema
L’Alto Adige innevato da cartolina.
Sì ma con la neve abbiamo qualche problemuccio.
Ok, si tratta di uno dei settori trainanti dell’economia locale e del turismo ma alla natura, guarda un po’, interessa molto poco delle piccolezze umane e di quanto è potente chi possiede gli impianti. Fila dritta per la sua strada.
Il dossier di Legambiente per il 2025, infatti, registra senza mezzi termini come negli ultimi anni 265 impianti sul territorio nazionale siano stati abbandonati. Il doppio rispetto al dato riscontrato nel 2020. I motivi sono vari e uno di questi è che nevica sempre meno.
Sulle Alpi, per esempio, nella fascia tra i 1.000 e i 2.000 metri si tocca un -71% di nevicate rispetto alle medie storiche. Sopra i 2.000 metri non se la passano meglio con una contrazione del -43%. Diventa un po’ difficile, con questi numeri, parlare di “stagione invernale” come si intendeva anni fa. Tutto questo ha portato l’Italia e con lei l’Alto Adige ad essere assolutamente dipendente dall’innevamento artificiale. Il 90% delle piste è supportato da questa tecnologia.
Il problema nel problema è che questo fa scoppiare bacini per l’innevamento come fossero pop-corn alla cassa del cinema. Ad oggi ne sono censiti 165 con il Trentino Alto Adige in testa alla classifica delle regioni per presenze. Tutto questo ha costi altissimi in termini di consumo di acqua ed energia quindi hanno un impatto ambientale intenso. Ricordiamocelo quando la Provincia ci propina misure ambientali come gli incentivi per le auto elettriche.
E il conto economico? Beh, in parte lo paghiamo tutti. Anche chi tra mare e montagna vede solo il primo. Dal 2022 il Ministero del Turismo ha stanziato 430 milioni di euro per sostenere i comprensori sciistici (una media di 10,36 per ogni singolo contribuente). Non solo, ha già annunciato che continuerà a farlo sino al 2028.
Speronando che il cielo ci aiuti.
✍️ Alan Conti

