I locali contro l’ordinanza Altstadtfest: “Scelte inconcepibili”
I titolari dei locali del Centro storico di Bolzano pronti a protestare contro l’ordinanza del Comune che vieta bevande alcoliche, pure o miscelate, sotto i 21 gradi. “Permesse le grappe ma non il Gin Tonic ma le prime hanno una gradazione più alta. Vietato l’amare con il caffè dopo i pasti. Ha senso tutto questo?”
Arriva l’Altstadtfest e spunta, come da tradizione, anche la relativa ordinanza. Il Comune di Bolzano ha tratteggiato le linee normative entro cui sarà gestita la festa facendo sobbalzare, ancora una volta, i titolari dei locali del Centro. Non è la prima volta: dal Covid alle misure anti movida in piazza Erbe la lista delle scintille è lunga. Ad esprimere le perplessità per le disposizioni amministrative ci pensa Manuel Nardo, titolare di Black Sheep e Temple Bar. “Ma rappresento il pensiero di molti miei colleghi del Centro” premette. Gli stessi che si dicono pronti a non aprire dopo cena durante questo weekend.
Le disposizioni dell’ordinanza
L’architrave normativa è quella di sempre: divieto di somministrazione di super alcolici lisci e miscelati sopra i 21 gradi venerdì 8 (dalle 18 alle 1) sabato 9 (dalle 10 alle 1) e domenica 10 settembre (dalle 10 alle 22). Il motivo è contenuto nel piano di rischio redatto dall’organizzazione: “Comportando la festa una concentrazione di persone ad alto rischio è meglio evitare fattori che possano portare ad atteggiamenti molesti o intimidatori”. Ovviamente sarà vietato anche detenere bevande di superalcolici: non vale, insomma, portarsi i liquidi da casa. A differenza di alcune precedenti ordinanze, invece, è permessa la degustazione di vini in bicchieri di vetro nelle strette adiacenze degli stand. Per il resto semaforo verde solo ai bicchieri di plastica.
“Non vogliamo snaturarci”
“L’ordinanza – puntualizza Nardo – riporta generiche bevande alcoliche sopra i 21 gradi, anche se miscelate. Il riferimento del divieto è generalmente ai pubblici esercizi e questo genera qualche domanda. Sotto quella gradazione lì, per esempio, al Black Sheep posso vendere solo birra, vino e Aperol Spritz sia nella parte liscia sia nel miscelato. Fa sorridere si possa bere un Aperol Spritz ma non un Campari Spritz: con buona pace per chi predilige il gusto amaro al dolce. A livello di amari, invece, ho solo il Braullio e per la liquoristica solo il Bailey’s. Alla luce di questo scenario assieme a Downtown, Salinas, Insere e altre attività del Centro abbiamo addirittura valutato se tenere aperto o chiudere questo weekend dopo cena. Il nostro lavoro è chiaramente molto serale e notturno con una predominanza di miscelazione di liquoristica e distillati. Se ci viene negato questo diventa difficile avere una giusta operatività. La birra non può diventare improvvisamente il nostro business core e non mi piace non poter lavorare con la mia drink list inventandomi qualcosa che non vogliamo fare. Non voglio snaturarmi. Il tutto in due giorni con nemmeno il tempo a disposizione per organizzarmi. Alla fine abbiamo deciso di aprire ma solo per rispetto alla nostra clientela”.
Gin tonic no ma le grappe sì
“Ci chiediamo quale sia la discrezionalità dietro a questa scelta: perché vietare anche la miscelazione assieme ai superalcolici lisci? Un Gin Tonic normale con le dosi giuste ha una gradazione di 7-9 gradi, come gran parte dei miscelati. Questo sarà vietato ma una grappa liquorosa da 16-18 gradi sarà permessa. Dal nostro punto di vista non c’è alcuna logica”.
Particolare, comunque, è la situazione attorno agli amari. “Non essendoci distinzione con la ristorazione si innesca una limitazione curiosa. Discutendone con il Nadamas pare che non possano nemmeno servire l’amaro con il caffè alla fine di un pranzo o di una cena. Ci chiediamo se questo sia conforme alla ratio che soggiace l’ordinanza. L’unico amaro che rientra sotto i 21 gradi, come detto, è il Braullio. Ha senso?”.
Alan Conti