Il Maialino di Natale? È un libro per adulti
Lo apri che ti senti troppo grande, lo leggi decidendo che sei bambino il giusto e lo finisci con la consapevolezza che sei invecchiato.

Il nuovo romanzo della mamma di Harry Potter J.K.Rowling è sicuramente un libro per bambini (e su questo aspetto non serve nemmeno ribadirlo) ma lo è anche (forse soprattutto) per adulti. Intitolato “Il Maialino di Natale” ed edito da Salani non ha nulla a che vedere con il ragazzo magico dalla cicatrice a fulmine. Ed è giusto così. Gli unici punti di contatto sono un mondo immaginifico ben costruito e un uso sempre allegro di maiuscole a profusione (pure troppe).
Un titolo apparentemente banale (si poteva fare meglio, diciamo) nasconde, in realtà, un complesso intreccio di temi e valori stesi lungo una trama tutto sommato lineare e non particolarmente articolata. È il sottotesto di metafore e riflessioni a rendere questo libro qualcosa di più profondo di una favola.
L’inizio della trama è presto spiegato: il bambino Jack perde il suo maialino di pezza amatissimo e riesce a scendere nel mondo delle cose perdute per ritrovarlo. Impresa, ovviamente, che non sarà semplice. Questo l’inizio per sommi capi e senza svelare alcuno dei passaggi fondamentali.
Quel che resta, dicevamo, è un viaggio tra i livelli delle cose che attraversano la nostra vita. Dai giocattoli ai caricabatterie. Perché a volte ci mettiamo amore e a volte no? Perché spesso siamo così superficiali e utilitaristi? Il mostro è il capitalismo della sovrapproduzione?
Le cose che non sono solo prodotti ma anche stati d’animo e valori.
Un viaggio in sè e nella comunità. Tra rapporti e priorità.
E sì. Oltre una certa età si piange.
Alan Conti