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Un gufo reale si impiglia nella rete del pollaio: lo salvano i veterinari di Südtirol Exotic Vets

Nella settimana del ventennale del CRAB i veterinari salvano proprio un gufo reale (simbolo dell’associazione). Il rapace era rimasto impigliato nella rete di un pollame nella zona di Chiusa. È stato curato e liberato.

C’è un buffo scherzo del destino nell’aver portato in cura alla clinica Südtirol Exotic Vets proprio un gufo reale in questi giorni. La clinica, come noto, è momentaneamente il nido del Centro di Recupero Avifauna gestito dall’associazione CRAB che ha festeggiato appena venerdì scorso i 20 anni d’età. Il simbolo del CRAB? Naturalmente il gufo. Il tutto reso ancora più bello dal lieto fine di questa storia.

La visita in clinica del rapace sotto shock

Nei boschi di Chiusa due cittadini hanno trovato un gufo reale impigliato nelle maglie di una rete nel bosco. Cosa ci fa una rete in mezzo agli alberi? Protegge del pollame che poi è il motivo del sorvolo del rapace. Probabilmente conscio di trovare del cibo, infatti, il gufo deve essersi lanciato in planata verso le prede rimanendo, tuttavia, avviluppato nella rete. A quel punto alcuni frequentatori della zona lo hanno trovato e liberato con attenzione. Dopo è arrivato il trasporto verso la clinica per un controllo veterinario a cura della dottoressa aviaria Federica Ardizzone. “Il paziente è stato sin dal primo istante molto sotto shock. Ci siamo subito accorti come avesse difficoltà a stare in stazione e a muoversi. Non volava. Faceva anche fatica a mangiare. Così abbiamo effettuato una visita clinica in sedazione con lastre complete ed esame del sangue biochimico per verificare la funzionalità degli organi. Successivamente lo abbiamo gestito in clinica con fluidi e anti infiammatori. Già dopo qualche giorno il gufo ha iniziato a ingerire da solo gli alimenti”. È scattato così il piano di utilizzo della vecchia struttura del CRAB in via Rio Molino che versa in condizioni precarie ma gode ancora di una voliera piuttosto ampia. “Lo abbiamo introdotto nella nuova sede per permettergli di allenare il volo”. Ovviamente poter contare su un centro di recupero come quello in attesa delle autorizzazioni della Provincia avrebbe reso tutti i passaggi molto più semplici.

Le prove di volo e la liberazione del gufo

Al confine della Giardineria Comunale è stata l’abnegazione del dottor Stefano Capodanno a garantire un nuovo futuro a questo gufo. Ogni mattina puntuale alle prime luci dell’alba per alimentarlo con le prede mantenendo vivo l’istinto predatorio. “Una volta stabilizzato in clinica lo abbiamo inserito nella voliera dove ha potuto sviluppare la muscolatura mentre noi valutavamo la sua abilità al volo. Avevamo il sospetto di patologie infiammatorie a carico dei muscoli ma fortunatamente è andato tutto bene. Gli abbiamo anche permesso di recuperare peso raggiungendo quello necessario per una vita in natura. È stato anche inanellato per garantire una riconoscibilità del singolo soggetto. A quel punto avevamo tutti i parametri in ordine per procedere alla liberazione”. Il sito dell’apertura della gabbia (che è in Alto Adige ma rimane segreto nel dettaglio per evitare rischi all’animale) è stato anch’esso frutto di uno studio approfondito. “Avevamo bisogno di un ambiente dove non ci fosse evidenza di presenza di altre coppie di gufo reali in modo da permettergli un insediamento in territorio neutro potendo cacciare prede e formando un nuovo gruppo famigliare. I rapaci, diurni o notturni, sono specie molto territoriali soprattutto nelle zone di produzione. Reintrodurlo in un ambiente con presenza confermata di una coppia o un singolo adulto poteva essere molto rischioso per l’animale portandolo a rischio di aggressione. Poteva essere attaccato ferendosi o riportando debolezza eccessiva: tutti rischi per la vita del rapace che è doveroso evitare”.

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