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“Educazione sessuale a scuola: insegniamola con la storia”

L’educazione sessuale nelle scuole deve essere più presente e efficace anche in Alto Adige. Interessante la proposta del segretario della Uil Scuola Marco Pugliese: “Tutti terrorizzati da tabù e polemiche. Se facessimo educazione sessuale raccontando il sesso nella storia? Dai romani libertini all’Ottocento più bacchettone…”

In questi giorni di giusta riflessione sui cambiamenti culturali per contrastare definitivamente l’orrore della violenza di genere è affiorato, tra i tanti, un tema importante: la (scarsa) educazione sessuale nelle scuole. La situazione altoatesina è, come nel resto d’Italia, piuttosto debole. La materia continua a essere considerata di difficile gestione, molto esposta alle polemiche e, in sostanza, troppo delicata per sterzate convinte. Eppure sarebbe anche il luogo ideale per affrontare temi psicologici quantomai necessari come la gestione della passione, l’accettazione del rifiuto, la consapevolezza del proprio corpo e delle sue reazioni. Il segretario regionale della Uil Scuola Marco Pugliese, in costante contatto con i docenti del territorio, prova a lanciare un’idea che può aiutare a superare l’empasse.

La sessualità “libertina” degli Antichi Romani

“Si potrebbe utilizzare la storia per introdurre un’educazione sessuale efficace appoggiandosi sulla sicurezza di eventi che sono oggettivi. Evitando tutte le polemiche. Ovviamente contestualizzando sempre tutto all’ambiente culturale entro cui avvengono certi episodi. Semplicemente spiegando come la tematica del sesso è stata gestita nei vari periodi della storia dell’uomo”. Necessario, però, procedere per esempi. “Prendiamo il più banale: Cleopatra. Usava il sesso come mezzo politico ammaliando le varie personalità tra cui Giulio Cesare con cui ci fece un figlio. Persino la maternità la considerava uno strumento. Si potrebbe fare un ragionamento su come il sesso avesse un’attinenza forte con la politica e non solo dal lato femminile ma anche maschile. Lo stesso Cesare lo chiamavano la Regina di Bittinia perché si diceva fosse l’amante del sovrano di quella regione quando era ambasciatore. Peraltro era un noto bisessuale”. I romani erano libertini? “Parto dai romani per ovvie ragioni di derivazione culturale dei nostri popoli. Comunque sì, erano decisamente libertini e l’Italia in quegli anni lì aveva usi e costumi davvero molto aperti. Furono poi soppiantati dagli imperatori cristiani che imposero una moralità molto forte. Prima erano gli stessi sovrani a organizzare dei banchetti sessuali oppure vi erano schiavi obbligati a fare sesso con i padroni per riscaldarli o matrone. Vi erano, dunque, delle deviazioni di mercificazione del sesso che può, con i dovuti paragoni, portare a un parallelismo con quelle che sono le schiavitù sessuali attuali”.

La moralità dei Greci (che oggi è inaccettabile)

E in Grecia? “Meno libertini di romani o babilonesi. O meglio: lo erano con le grandi personalità. Le donne erano più compatte dentro una tradizione, anche se con alcune eccezioni come l’isola di Lesbo. Ai filosofi, invece, veniva concesso di avere rapporti anche con ragazzi o ragazze giovanissimi. Oggi diremo pedofilia anche se questo è un passaggio molto delicato dove si coglie bene la necessità di inquadrare sempre il sesso all’interno della sua cornice culturale storica. A quel tempo, infatti, si era considerati adulti molto prima. Qui si potrebbe sottolineare proprio come l’educazione sessuale non sia solo educazione ai meccanismi naturali ed etologici dell’uomo ma anche antropologia, comunità e valori. In sostanza cultura. Oggi tutto questo lo demandiamo a chissà chi: talvolta alle famiglie e talvolta, per quanto inconcepibile, al web o alle piattaforme pornografiche”.

Il Medioevo era così bacchettone?

Il sesso come tabù, invece, è più figlio del Medioevo. “E’ vero e non è vero perché i bordelli (o casini) erano molto più tollerati e vivi. Ce lo racconta lo stesso Boccaccio. Paradossalmente erano molto più bacchettoni nell’Ottocento. Poi ci sarebbe anche la questione delle altre tradizioni culturali. Ancora oggi alcune popolazioni eschimesi offrono le mogli agli ospiti di prestigio negli igloo perché ritengono sia un dono ma senza avere, però, una concezione di donna-oggetto come invece affiora spesso nelle nostre deviazioni culturali. C’è un caleidoscopio di interpretazioni che possono dare un senso compiuto, totale e anche di sviluppo storico del sesso. Spunti che possono portare ad approfondimenti etici, morali e psicologici che siano contemporanei. Una strada che porterebbe l’impostazione classica della scuola al servizio di un’esigenza che è attuale e non più procrastinabile”.  

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