Dal cirmolo al pennello: in via Cappuccini a Bolzano la galleria che continua a raccontare l’arte
BOLZANO. Divulgare arte e bellezza non è stata proprio una priorità in questo ultimo anno. Fortunatamente però ci sono donne come Lili Martini che colgono immediatamente l’occasione di farlo, non dimenticandosi mai di quanto la cultura sia importante. Lili ha aperto, anche se la parola aperto in questo momento assume significati un po’ particolari, una piccola galleria d’arte in via Cappuccini e all’interno accoglie opere di artisti bolzanini, anche di adozione, che in questo periodo sicuramente faticano a farsi notare. Tra loro uno scultore del legno, Andrea Turolla, che non aveva nessuna intenzione di tirar fuori le sue opere dal garage ma si è fatto fortunatamente convincere da lei e dal suo spirito travolgente. La prima cosa che Andrea mi racconta è di come nasca il materiale che usa ed è una storia affascinante che narra di casualità e della ineludibilità di ciò che deve essere.
I protagonisti di questa storia sono una ghiandaia e un seme di cirmolo. La ghiandaia ne nasconde molti in attesa di recuperarli in un secondo momento e spesso ne dimentica uno. Il seme da parte sua, graziato, fa l’unica cosa che in grado di fare, crea un albero. Questa fortuita nascita è la fortuna di Andrea, che dalla radice che a fatica si è attorcigliata attorno al sasso pur di crescere estrapola le sue creazioni.
L’arte è in fondo questo, il caso, l’occasione e la visione di un’idea. Ed è anche autoterapia. Ognuno ha la sua e se la mia è incontrare persone dalle quali scovare un pezzo di me raccontando un pezzo di loro, per uno scultore come Andrea è vedere un volto in un pezzo di legno, un’immagine in un materiale grezzo creato dalla natura e da lei abbandonato.
Le occasioni capitano per caso e mentre ne lasci scappare involontariamente molte nell’arco di una vita, ti trovi a non poter fare a meno di lasciarti coinvolgere da quella giusta, quella che ti capita passeggiando in un bosco e osservando un pezzo di legno a terra probabilmente da molti anni.
“Era un pezzo piccolo il primo che ho raccolto sette anni fa, ma non ho potuto fare a meno di portarlo a casa e anche se senza gli attrezzi giusti cercare di farne uscire la figura che aveva all’interno” Questo è l’inizio dell’attività di uno scultore che ha aspettato molto prima di incontrare la sua arte, anche se questa era dentro di lui fin da piccolo ma, come spesso accade, mai assecondata.
“Amo il legno di cirmolo perché nasce per caso, per un colpo di fortuna e con tanta forza di volontà supera l’ostacolo dato dal sasso sotto il quale il seme è stato nascosto. La radice è costretta a crescere storta, forzatamente piegata dalla situazione ma per questo estremamente bella e significativa-mi spiega-I miei lavori nascono così, dalla ricerca nei boschi in solitudine, dall’osservazione del territorio, della natura, degli alberi e dei loro piedi con i quali sono ancorati al terreno. Faccio tante cose piacevoli nella vita, cammino, lavoro, ma solo quando creo la mia mente veramente si rilassa, si svuota dei pensieri e il tempo non ha più valore”
Nel pezzo che sceglie Andrea vede qualcosa, ma spesso le sorprese più belle le scopre solo quando comincia a lavorarlo. “A volte è proprio incredibile ciò che già è stato creato dall’albero. Scolpivo un pezzo in cui avevo intravisto la sagoma di un Cristo in croce. Lavorando alla prima mano di Gesù ho trovato un’imperfezione esattamente dove ci sarebbe dovuta essere una stigmate, lo stesso nella seconda mano. La meraviglia più grande è stata quando ho trovato anche la ferita del costato. E in un angelo, che però ancora non ho avuto la forza di far uscire dal mio garage, al centro del petto la natura aveva creato un cuore. Io aiuto il legno a mostrare quello che già ha di suo, le imperfezioni in questo caso sono sempre ricchezze”
La maggior parte delle opere che Lili ospita nella sua galleria sono un tripudio di colori e accostate al legno chiaro delle opere di Andrea creano un piacevolissimo contrasto. Le tematiche sacre si mescolano con immagini forti dai toni sgargianti ma mai violente.
Ogni artista che Lili ospita nella sua galleria ha qualcosa da raccontare come d’altra parte ha lei, persona che va conosciuta, ascoltata e sostenuta nella sua instancabile voglia di aiutare le persone a lasciare un segno. Trovate lei e le opere dei suoi amici in via Cappuccini 14/b a Bolzano e anche se trovate chiuso, speriamo a ancora per poco, potete scorgere molto anche dalle vetrine.
Linda Baldessarini