Ci stanno pensando

Qualche dato che è un granello di sabbia e la conferma che siamo davanti a un governo immobile. La constatazione dell’altro giorno su un mancato monitoraggio della leishmania sul territorio trova ulteriori riscontri. Insomma al governo Meloni interessa sapere cosa si dicono gli studenti universitari dentro gli atenei ma non si preoccupa minimamente di tenere sotto controllo la diffusione della malattia più pericolosa per i nostri cani. 

O quantomeno il Ministero “ha inserito la leishmania nell’elenco delle malattie che sta prendendo in considerazione per un monitoraggio ma per il momento non sono ancora stati varati provvedimenti cogenti” per dirla con la gentile risposta del direttore del servizio veterinario provinciale Paolo Zambotto. 

Come se la leishmania fosse saltata fuori, che ne so, sei mesi fa. 

Per ora ci pensano, abbiate pazienza. 

Stringendo il raggio d’azione aspettarsi un colpo di brio per il benessere degli animali da Fratelli d’Italia e Lega locali è come pensare di vedere Will il Coyote prendere Beep Beep. Sarebbe una sorpresa visto il grado di attenzione (rasente il nullo) su queste tematiche.

Così l’unica miseria di dato che siamo riusciti a racimolare è piovuto grazie alla disponibilità e all’organizzazione dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie con il direttore Alexander Tavella. Ci ha fornito la loro tabella che recita di 6 campioni riferiti alla loro struttura dall’Alto Adige per individuare gli anticorpi della filaria, 1 PCR (prelievo midollare) per la leishmania e 3 per anticorpi leishmania. Tutti negativi. Sarebbe incoraggiante se non fosse, come sottolinea lo stesso Tavella, un dato più che parziale perché le cliniche veterinarie tendono ad avvalersi degli esami di istituti privati. 

Solo io, per intenderci, conosco almeno 4 cani con la leishmania in città. Che sono da soli il 40% dei dati che abbiamo a disposizione dall’Istituto. 

Comunque non facciamo troppo rumore.

Stanno pensando.

✍️ Alan Conti