Modello Basilicata per l’Alto Adige? Bollette ridotte del 50%
In Basilicata arriva un futuro di bollette dimezzate grazie alla proroga delle concessioni per le estrazioni in Val d’Agri. Un modello applicabile anche in Alto Adige?
di Marco Pugliese
Da ottobre 2022 in Basilicata fruiranno di gas naturale “gratis”. Con la proroga della concessione per le estrazioni in Val d’Agri, infatti, la regione ha a disposizione 200 milioni di metri cubi all’anno sino al 2029 di gas naturale garantiti dai concessionari Eni e Total. La copertura è quantificata in un massimo di 60 milioni di euro per il 2022 e in un massimo di 200 milioni per il 2023 e il 2024, scusate se è poco.
SOLO SPESE DI TRASPORTO E ONERI DI SISTEMA IN BASILICATA
Con il gas gratis ai lucani, il costo in bolletta scenderà del 50%, lasciando il posto solo alle spese di trasporto e agli oneri di sistema. L’operazione vale per le utenze domestiche (ancora non per le aziende) e solo per le prime case. Il bacino complessivo è di circa 110.000 famiglie.
Restano esclusi, oltre alle imprese, i cittadini lucani che usano riscaldamento a pellet, bomboloni e camini perché non coperti dalla rete del gas metano. Per loro, la Regione ha preannunciato la pubblicazione di un bando per accedere a un incentivo per l’installazione di impianti di produzione di energia per autoconsumo, una soluzione intelligente.
IL DETTAGLIO DI ENI IN BASILICATA
Nel periodo compreso tra il 1996 e il 2021 (alla data del 30 giugno) Eni, in joint-venture con Shell, ha versato alla Regione Basilicata e ai Comuni interessati dall’attività estrattiva, un importo pari a 2,035 miliardi di euro in royalty. Nel solo 2021 (sempre alla data del 30 giugno) sono state corrisposte da Eni royalties per un totale di 55,5 milioni di euro, di cui 32,6 milioni alla Regione Basilicata, 17,1 milioni allo Stato e 5,8 milioni ai sei Comuni interessati dalle attività petrolifere (corrispondenti alla produzione per l’anno 2020).
IL CASO ALTO ADIGE
Questo sistema può essere applicato tranquillamente anche ad altri settori. Per esempio, in Alto Adige – Provincia autonoma strategica, atta a fornire energia alle attività ad alta intensità del Triveneto – si potrebbe puntare sull’idroelettrico, potenziando la rete e puntando al comparto Eni dedicato all’elettrico (assorbendo le società locali), di fatto portando royalty per milioni di euro ai territori, che a quel punto li potrebbero tranquillamente utilizzare per aiutare Pmi e privati nelle modalità più consone.
I GIOVAMENTI PER IL TURISMO
Sono aspetti tecnici macroeconomici che non risultano in contrasto con le normative Ue, non creano pasticci con cedole di debito e soprattutto non portano i bilanci regionali (o provinciali) in pressione. Nel caso specifico dell’Alto Adige ne gioverebbe anche l’industria turistica, che avrebbe forti sconti a livello energetico (a quel punto gestibili dalla Provincia, che attualmente è bloccata tra ente nazionale e bilancio immobile, causa pandemia e crisi energetica). Qualcuno in Provincia ci pensi e prenda contatto, non funzionerà mai una via autonoma sull’energia, il sistema è troppo complesso e servono hub al Paese per l’industria pesante, o si rischia di chiudere. L’Alto Adige può però lavorare per indotto e mettere in sicurezza le famiglie. Poi toccherà alle aziende però o si rischia un crack.