Frana A22, quando riaprirà la corsia nord?
Non è solo la pioggia a causare le frane ma anche le alte temperature possono innescare situazioni di pericolo. È quanto accaduto l’altra sera al chilometro 65 dell’autostrada del Brennero nei pressi dell’area di servizio Sciliar Est poco prima dell’ingresso in galleria. Al fianco della corsia nord la parete est ha ceduto di schianto con 1.000 metri cubi di materiale litico, in buona parte porfido, che ha travolto tutto quello che incontrava nel bosco che scende verso il tracciato dell’autostrada. Le tre file di paramassi e i new jersey a bordo strada hanno bloccato il 99% della colata e la corsia nord è stata raggiunta solo da alcune pietre residuali. Comunque estremamente pericolose tanto da considerare particolarmente fortunato l’automobilista germanico di 79 anni che è stato colpito di striscio mentre si trovava alla guida di una Smart e che ha rimediato solo una fasciatura al braccio.
Subito dopo la paura, tuttavia, è iniziata la fase della pulizia della carreggiata per ripristinare la viabilità ma anche l’analisi dei tecnici provinciali sulle cause che hanno portato una così imponente massa a precipitare verso l’autostrada. La tenuta delle misure di sicurezza è chiaramente incoraggiante ma lo è meno sapere che l’A22 rischi una frana anche in condizioni meteo stabili da giorni. Proprio le temperature miti, tuttavia, sarebbero la causa del distacco con la dilatazione del ghiaccio nelle fessure tra le rocce del versante est del costone nell’area di Campodazzo. L’allargamento dello spazio avrebbe comportato lo squilibrio del costone con la conseguente rottura del fronte. I geologi hanno anche sorvolato l’area nella giornata di ieri con un elicottero per comprendere meglio quanto avvenuto. “Tutto quel tratto autostradale – spiega Carlo Costa, direttore tecnico generale di A22 – corre questo rischio e proprio per questo investiamo moltissime risorse in manutenzione e misure di sicurezza. La massa distaccatasi ieri era davvero di dimensioni importanti e le tre linee di paramassi, assieme all’ultima soglia dei new jersey, hanno egregiamente svolto il loro lavoro di protezione. Ora, però, abbiamo bisogno di qualche giorno per riportare in sicurezza il segmento”.
Qui, dunque, si innesta l’altra domanda forte di queste ore: quando riaprirà la corsia nord? “La domanda giusta – ribatte Costa – è quali sono le condizioni di massima sicurezza per riaprirla? Siamo già al lavoro per ottenerle. Anzitutto andranno posti dei valli provvisori con massi ciclopici per garantire una linea di protezione sino al ripristino delle reti paramassi che, al momento, sono deformate e quindi non più valide. Non solo, siamo al lavoro per coordinare il disgaggio di una lastra rimasta pericolante: ci vorranno delle cariche esplosive e una discesa controllata. Durante questa settimana, dunque, contiamo di mettere a punto queste operazioni per tornare ad aprire la corsia nord e poi procedere all’effettivo lavoro di ripristino delle reti paramassi”.
Alan Conti