Sill, sempre più cani senza microchip: “Siate rigorosi”
Al canile sanitario della Sill arrivano sempre più spesso cani privi di microchip. Un fenomeno che preoccupa lo staff veterinario e che rischia di trasformarsi in un problema di ordine sanitario oltre che legale. «Prima di adottare o acquistare qualsiasi cane è fondamentale informarsi sui passaggi burocratici e amministrativi necessari – avverte il personale della Sill –. Ogni cane deve avere il microchip e i documenti accompagnatori, anche se proviene da una cucciolata privata. Si tratta di un obbligo di legge e di una tutela per l’animale stesso».
Una delle situazioni più frequenti riguarda i cani provenienti dal Sud Italia, spesso portati in Alto Adige da volontari o privati cittadini mossi da buone intenzioni. Ma anche in questo caso la regola è chiara: «Il trasferimento è possibile solo se l’animale è già microchippato e dotato di tutta la documentazione necessaria. Se viene trovato un cane al Sud e si vuole portarlo in Alto Adige, bisogna prima consegnarlo al servizio veterinario locale, accertarne la proprietà ed eventualmente farlo microchippare in loco. Solo dopo si può organizzare lo spostamento con relativa documentazione». Se un cane arriva in ambulatorio senza microchip, scatta automaticamente un sequestro sanitario di sei mesi. Questo perché le autorità non possono avere la certezza dello stato di salute dell’animale né della sua provenienza. In questo periodo il cane rimane a disposizione del proprietario, ma non può lasciare il Paese ed è soggetto a controlli sanitari costanti. Ogni variazione del suo stato di salute deve essere segnalata per legge e prontamente.
Il canile richiama però anche la responsabilità dei cittadini: «Serve una vera e propria cultura del microchip. Non bisogna accettare adozioni o acquisti senza che ci sia la documentazione corretta. E quando ci si imbatte in venditori o privati che propongono cuccioli senza microchip, è doveroso segnalare subito il caso alle autorità competenti, compresa la Sill». Il microchip non è solo un obbligo di legge: è la carta d’identità del cane e il primo strumento per proteggerlo. In caso di smarrimento consente di risalire subito al proprietario, riducendo i rischi per l’animale e alleggerendo il carico dei canili. «È un gesto semplice, rapido e poco costoso – concludono gli operatori – ma che fa la differenza tra legalità e irregolarità, tra sicurezza e rischio».
✍️ Alan Conti