Colombi, la LIPU: “Abbattimento inutile”
L’associazione LIPU, esperta nella gestione di volatili con contatti continui con esperti nazionali e internazionali, smentisce il Comune di Bolzano. “Gli studi ormai dimostrano che abbattere i colombi non serve a controllarne il numero. Anzi, può essere addirittura controproducente. Ecco perché…”
“Un approccio che si è sempre dimostrato fallimentare”. Le associazioni di tutela degli animali reagiscono all’ordinanza del sindaco di Bolzano Renzo #Caramaschi che dispone l’abbattimento di 700 colombi nel mese di aprile e lo fanno in modo deciso sia a livello nazionale sia a livello locale. L’amministrazione, per bocca del direttore dell’Ufficio Tutela dell’Ambiente e del Territorio Renato Spazzini ha spiegato che “nessun’altra soluzione proposta è mai stata realmente attuabile”. Associazioni come LIPU, tuttavia, hanno pubblicato approfonditi studi sulla gestione dei colombi mettendo insieme i più illustri esperti di settore (compreso quel Natale Emilio Baldaccini a cui lo stesso Spazzini dice di affidarsi). Sono loro che dicono che “sì le alternative esistono eccome e l’approccio cruento non ha mai portato benefici nel medio-lungo periodo”. Il passaggio più interessante della dichiarazione che ci fa pervenire il responsabile ecologia urbana Marco Dinetti, però, è questo. “A testimoniare l’inefficacia dell’abbattimento sono studi effettuati con modelli matematici dell’Università di Pisa ed evidenze contenute nei documenti della Provincia di Bologna e del Comune di Firenze. Senza contare studi approfonditi svolti a Barcellona in Spagna”. Attenzione perché proprio l’Università di Pisa è l’ente con cui il Comune di Bolzano ha una collaborazione sulla gestione dei colombi dal 1987. L’ateneo toscano riferisce una cosa nel comitato tecnico di gestione del capoluogo altoatesino e un’altra negli studi con i modelli matematici analizzati da LIPU? Se l’ordinanza del sindaco Caramaschi fosse accompagnata da una relazione scientifico-veterinaria pubblica si potrebbe cercare di capirlo. Ma non lo è.
L’abbattimento potrebbe aumentare i piccioni
In ogni caso Dinetti circostanzia la sua affermazione. “Perché l’abbattimento serve poco? Perché i piccioni hanno un alto tasso riproduttivo e rimpiazzano rapidamente le perdite. A questo si somma la riduzione della mortalità naturale (a parità di risorse disponibili nell’ambiente) mentre si accentua l’immigrazione di altri individui nel territorio circostanze. Tutti fattori che riportano velocemente la densità a livello iniziale. Un po’ come cercare di svuotare una stanza allagata con un secchio senza chiudere il rubinetto”. Torniamo alle dichiarazioni di Spazzini di qualche giorno fa. “I colombi censiti (forse otto anni fa, ndr) sono 5.500 me nel circondario possiamo arrivare anche a 7-8.000 contando anche Laives e la cintura”. Bene, se quello che sostiene LIPU fosse vero allora l’abbattimento di 700 colombi potrebbe, in potenza, attrarre verso il territorio bolzanino 2.500 altri esemplari (la differenza tra la città e il circondario). Paradossalmente l’amministrazione vedrebbe un possibile incremento di 1.800 unità anziché una diminuzione di 700. Sarebbe un autogol. Per di più cruento.

Ok ma cosa fare?
Non è nemmeno giusto, però, rimanere senza fare nulla perchè alcune situazioni in città sono di effettivo disagio legato ai colombi. Ci sono condomini letteralmente presi d’assalto (come quelli in foto in zona Europa) dove i fastidi sono tanti. Certo, spesso (come in questo caso) la causa sono umani che alimentano i volatili provocando spostamenti degli insediamenti. Comportamenti che sono vietati dal Comune e che vanno segnalati e perseguiti con severità. Cosa propone, dunque, LIPU? “La scienza e le buone pratiche lo hanno dimostrato da tempo e persino Bolzano lo sa avendo ottenuto buoni risultati” riprende Dinetti. “Ci si deve basare su una strategia di gestione integrata con l’obiettivo di abbassare la capacità portante delle risorse disponibili per i piccioni (siti di nidificazione e alimenti) mettendo in campo una pluralità di azioni. A partire da come si progettano edifici e infrastrutture per arrivare ad una cultura migliore verso la popolazione. Gli studi e i censimenti vanno fatti con periodicità significativa ed esistono anche altre pratiche intermedie ma sicuramente più efficaci dell’abbattimento per contenerne il numero”. Quali? “L’incremento di predatori con tecniche indirette, la gestione delle uova con colombaie e la sterilizzazione chirurgica nei centri di fauna selvatica. Questo insieme di misure è molto più efficace di un prelievo che serve a poco e in poco tempo viene rimpiazzato”.
Alan Conti