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Colombi, il Comune di Bolzano ne abbatterà 700 ad aprile

Il comitato tecnico per la gestione dei colombi formato da Comune, Servizio Veterinario e Istituto Zoopofilattico ha disposto la cattura e l’eutanasia di 700 piccioni in città ad aprile. Il sindaco Caramaschi ha firmato un’ordinanza: è lo stesso documento che dichiara come la popolazione di piccioni in città sia già “notevolmente diminuita”. Solo una parte degli abbattimenti serve ai controlli sanitari, il resto si uccide per prevenzione sulla quantità di popolazione futura. Perché, allora, non ipotizzare la sterilizzazione?

Mentre la popolazione altoatesina e trentina si spacca sui social con differenti idee sulla gestione di lupi ed orsi c’è un altro genere di animali che non gode della stessa attenzione mediatica e sociale: i colombi. O, per dirla più popolarmente, i piccioni. Bene, il Comune di Bolzano nel 2024, precisamente ad aprile, si appresta ad eliminarne 700 esemplari. La disposizione, nera su bianco, è contenuta in un’ordinanza del sindaco Renzo Caramaschi ampiamente (da quanto si evince nel documento) condivisa dagli uffici comunali competenti e dal Servizio Veterinario provinciale. Il motivo? Sostanzialmente il controllo del numero di esemplari che, però, per ammissione stessa nella delibera è già notevolmente diminuito in città (5.500 esemplari). Quindi, banalizzando, potremmo parlare di catture con eutanasia (abbattimenti fuor di delicato gergo istituzionale) a scopo preventivo. Ogni coppia di colombi, va precisato, non depone mai più di due uova a covata ma può arrivare tra le 4 e le 6 covate ogni anno per un numero di “piccoli” tra gli 8 e i 12 ogni anno. Tanti, certo. Esistono, però, anche delle tecniche di sterilizzazione di questi volatili per via endoscopica che qualche veterinario ha anche proposto in passato all’amministrazione ma senza mai riuscire a fare breccia. Nel mentre si crea un paradosso di associazioni e cittadini che si impegnano a salvare e curare colombi in difficoltà incontrati in vari punti delle città mentre, contemporaneamente, il Comune decide di eliminarne 700.

L’accordo con Pisa che garantisce la salute dei cittadini

Dal 1987 il Comune di Bolzano ha in essere un accordo con l’Università di Pisa per la gestione e il contenimento dei colombi che si basa su diverse attività. Si va dall’incentivazione alla disinfestazione e all’installazione dei dissuasori sugli edifici per ridurre i nidi al controllo delle fonti di cibo con alimentazione giornaliera da parte del Comune e divieto per i cittadini. I piccioni mangiano in piazzole e orari prestabiliti (ed è bene perdere l’eventuale abitudine di lanciare loro il pane o altri pezzi di cibo). Il tutto accompagnato da un monitoraggio sanitario mediante catture mirate per temporalità e ubicazione nelle differenti parti delle città. Qui è importante la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico delle tre Venezie e del Servizio Veterinario Interaziendale. Un insieme di misure che ha lasciato molto soddisfatto il Comune come riportato anche nell’ordinanza. “Una strategia che si è rivelata efficace ai fini di una gestione a lungo termine della popolazione dei colombi e, in particolare, garantisce la salute dei cittadini, salvaguarda il decoro urbano e migliora le condizioni di vita degli animali stessi”.

I piccioni sono già “notevolmente” diminuiti

Tutto appare bellissimo e funzionante, dunque, Non fosse che una legge provinciale prevede che il Comune, in accordo con il Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria, sia autorizzato a prelievi a fini diagnostici di un numero statisticamente significativo di piccioni e ad operare piani di contenimento della popolazione. Compresa l’eventuale eutanasia di essi. Un articolo di legge, per la verità, che nella sua formulazione non indica per nulla quali siano le cornici emergenziali o sanitarie che determinino come necessari questi prelievi. Punti fermi oggettivi o numerici immediatamente riscontrabili non ce ne sono. Ci si basa, insomma, sulla competenza dei coinvolti. Qui, però, l’ordinanza del sindaco introduce un dato un po’ a sorpresa: “In base ai conteggi eseguiti dal personale dell’Ufficio Tutela dell’Ambiente e del Territorio alle piazzole di alimentazione la consistenza numerica dei piccioni risulta notevolmente diminuita confermandosi intorno alle 5.500 unità”. Insomma il Comune nel complesso si dice molto contento del livello di salubrità e l’Ufficio diretto da Renato Spazzini certifica che i piccioni in città sono notevolmente diminuiti. Notevolmente.

Perché abbatterli?

In città esiste un comitato tecnico dedicato alla gestione dei colombi formato dai responsabili del Servizio Veterinario Provinciale, della Sezione Medicina Ambientale dell’Azienda Sanitaria, della sezione bolzanina dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e dell’Ufficio Tutela dell’Ambiente e del Territorio del Comune. E’ questo organo che, a fronte di una popolazione “notevolmente” diminuita, decide sia comunque necessario continuare con le operazioni di contenimento numerico della popolazione. Spiega (in realtà abbastanza sui generis nell’ordinanza) anche il motivo: “Pur nelle ridotte capacità portante della Città di Bolzano, conseguente all’applicazione degli interventi previsti del piano in oggetto, in caso d’inerzia si potrebbe assistere ad un ulteriore ripresa della popolazione oltre i limiti finora raggiunti”. Bizantinismo per dire che è meglio abbatterne un po’ per essere sicuri di non trovarsi in futuro con un aumento della popolazione che, forse (c’è un condizionale evidente), potrebbe essere eccessivo. Due le domande che sorgono spontanee: quanti ne sono stati eliminati negli anni passati quando, oltre a domare l’inerzia, serviva anche contenere il numero? E perché non si potrebbe proprio sfruttare il numero “notevolmente” diminuito per provare a pianificare una sterilizzazione ad ampio raggio? Se basta togliere la vita a 700 di loro per stare tranquilli basterà anche sterilizzarne 700 o più. Se il problema non è la loro presenza attuale ma la procreazione lo suggerisce la logica.

Il caso Valbruna

In data 23 febbraio, comunque, il suddetto comitato firma la condanna a morte di 700 esemplari quantificando l’entità di quello che viene tecnicamente chiamato prelievo. Più precisamente 500 saranno catturati nelle piazzole distribuite in città e 200 arriveranno dalle catture presso lo stabilimento delle Acciaierie Valbruna. I primi saranno banalmente attratti con il cibo per essere poi dirottati a morte certa con eutanasia mentre per i secondi va fatto un ragionamento in più. In questo caso, infatti, si tratta di una misura di sicurezza per lo stesso stabilimento e l’intrusione dei volatili può determinare delle situazioni di rischio che vanno tenute in considerazione. Questi 200 saranno affidati alla ditta Entoservice Sas di Punto in provincia di Rovigo. Su un campione di questi 700 prelievi (quindi non su tutti) saranno poi eseguite le analisi sanitarie secondo le indicazioni dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie sezione di Bolzano per l’accertamento di patologie e parassitosi (o altro) che possano interferire con la salute dei cittadini. Il tutto con la disponibilità all’aiuto da parte dell’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Bolzano diretto, al momento, dal sostituto Roman Spechtenhauser.

Un assessorato all’ambiente retto dai Verdi

La cattura e l’uccisione dei colombi avverrà principalmente tra un mese, in aprile, per anticipare la ripresa del periodo riproduttivo degli stessi che presenta, solitamente, un picco dalla seconda metà di aprile in avanti: se ne occuperanno i tecnici dell’Ufficio Tutela dell’Ambiente e del Territorio del Comune e dell’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia. Il documento non ritiene necessario soffermarsi sui dettagli dell’eutanasia confermando solo che anche l’azienda Etnoservice Sas effettua la cattura in modo non cruento e adotta sistemi compatibili con le vigenti norme (e ci mancherebbe). In tutto questo l’assessora comunale competente per l’Ambiente (ma non direttamente firmataria dell’ordinanza) è Chiara Rabini del partito dei Verdi. Al momento della scrittura a precisa domanda scritta sulla condivisione o meno di questo metodo di gestione non aveva espresso ancora nessun commento ma si è detta assolutamente disponibile a fornire domani la sua posizione.

Alan Conti

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